Sbarco di profughi: l’umanità di Catanzaro, città della pace

di Franco Cimino

Se anche fosse solo simbolica, ma non lo è, la presenza del sindaco sul molo del nostro porto, ad accogliere quei povericristi sbarcati sulla nostra costa, questo gli va ascritto a suo merito. Un merito che va riflesso sull’intera Città. È un merito politico, di quella politica che voglia far sentire quel respiro dell’umanità, che altrove si fa sempre più pesante.

Quasi rantolo della fase pre-agonica di un mondo che l’umanità sta smarrendo. Catanzaro, invece, deve restare umana e porsi all’altezza di altre città calabresi, la consorella Reggio e le tante assai più piccole, da Siderno-Roccella a Sellia Marina, da Isola Capo Rizzuto a Crotone, e via via lungo quella costa, da sud fino a Bianco, e verso il nostro nord, fino a Sibari.

Tutte, sindaci in testa, si sono prodigati per dare aiuto, con i pochi mezzi a disposizione, ai migliaia di disperati che sono arrivati in Calabria nel corso degli anni della nuova grande immigrazione.

Noi, Catanzaro, Capoluogo di Regione, Città della Pace e, quindi, dell’accoglienza, non avremmo potuto essere da meno. Anche Abramo si è speso molto nella direzione di questa forma di umanità.

E chiamiamola soltanto così, opera di umanità, ché è il primo agire della Politica. Lasciamo da parte anche espressioni apparentemente similari, tipo spirito umanitario, perché sono tutte riduttive.

Essere umani e umanizzare la Politica, riconoscendole la sua natura umana, è lo sforzo cui dobbiamo tendere tutti. Poi, ciascuno, nel suo privato, farà ciò che potrà e vorrà fare per aiutare gli ultimi della terra. I poveri, che sono anche in Città stabilmente e molti nascostamente.

E i fuggitivi.

Da qualunque fatto che li abbia costretti ad abbandonare la propria terra e i propri affetti per rischiare nuovamente la vita, in mare aperto, nel tentativo di salvarsela. Al Sindaco, di qualsiasi città, e quindi anche al nostro, non compete fare valutazioni di ordine politico, andare alla ricerca del chi li ha portati qui e in cambio di cosa, se e quanti persone dubbie vi siano in quelle barche.

Nè da dove provengano.

Al Sindaco compete solo sapere che centinaia di persone, esseri umani in carne e ossa, donne e bambini tra queste, sono state stipate in una barca che non li conteneva e che fortunosamente sono approdate, questa volta senza spiaggiare rovinosamente, grazie all’intervento delle nostre forze di mare. Il Sindaco è come un marinaio, un pescatore, che con la propria barca li abbia visti in mare e applica la legge immodificabile del mare. Li soccorre e li porta in salvo.

Il sindaco è come un francescano, guarda solo negli occhi e nelle mani di chi chiede aiuto e non glielo nega. Bene ha fatto, pertanto, ad accogliere queste persone e a impiegare i mezzi dell’Amministrazione per ricoverarli per come si è potuto. Il resto dipende dalla Regione e dal Governo. E dai singoli cittadini. C’è posto nel mondo per tutti. Solo chi fa le guerre, anche da lontano parteggiando per esse, o che nel proprio piccolo attive le proprie, non lo capisce.

Come quando, soprattutto nelle emergenze dure, non si vuol capire che la Città è di tutti. E che tutti, del suo comportamento, del suo onore e della sua dignità, devono risponderne. E, adesso, si resti in silenzio. Questi uomini hanno bisogno di riposare. Per le polemiche c’è tempo. E, per favore, si elimini dalle stupide affermazioni quella più abusata. Questa:” ma pecchi, cu tutti sordi chi pigghia on si porta a la casa sua…” Oppure, “ pigghiadivinda uno l’uno e portativilli a la casa vostra, vui chi faciti i sverti cu i stranieri…”

E via cantando…Ci sono i nostri figli che andranno per le vie del mondo e di umanità, pur se diversa, avranno sempre bisogno. Soprattutto, della propria che porteranno con loro. A mostrare anche come si è italiani. Come ci si comporta da catanzaresi.

Franco Cimino

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