Il gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della procura della Repubbica, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelale in carcere nei confronti di 9 soggetti, 2 in carcere e 7 ai domiciliari.
L’ipotesi di reato parla di associazione a delinquere, truffa, falsità in testamenti, riciclaggio ed auto- riciclaggio, corruzione ed accesso abusivo a sistema informatico. Secondo quanto ricostruito dalle indagini condotte in sinergia dalla Compagnia dei carabinieri e dalla Squadra mobile della questura catanzarese, gli indagati avevano costituito un sodalizio criminale dedito alla falsificazione di testamenti ed alla successiva alienazione delle somme – circa 1,5 milioni di euro – sia nei conti correnti personali che in quelle di alcune aziende a loro riconducibili, attraverso operazioni attribuite ad aziende fantasma oppure prestanome. Secondo quanto emerso, tramite un complice all’interno di Poste Italiane, l’organizzazione individuava anziani senza parenti diretti e con importanti somme presso l’ente.
I membri della banda nominavano al loro interno un erede principale, manipolando il testamento tramite l’appoggio di un procuratore speciale e suddividendo le somme su conti correnti intestati ad altri falsi eredi sempre appartenenti al gruppo criminale ed alle loro aziende. Tra gli indagati anche alcuni professionisti (un titolare di farmacia ed un avvocato) che si prestavano a fare da testimoni o procuratori speciali esecutivi dei testamenti. Il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari.
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