“Umg, seconda candidatura è di pura facciata”

Riceviamo dal consigliere regionale Antonello Talerico

La seconda candidatura alla carica di Rettore dell’Università Magna Graecia, rischia di essere un bluff.
A qualcuno questa candidatura è sembrata la panacea di ogni male endemico, ed invece trattasi di altra strategia proveniente sempre dallo stesso stratega, ovvero il prof. Aldo Quattrone.

Conoscendo il prof. Stefano Alcaro, figura certamente autorevole e di alto profilo competenziale, mi sono permesso di inoltrargli un messaggio, nel quale ho scritto testualmente che speravo che la sua candidatura fosse “vera” e non dettata dal sistema.
Mi è stato risposto che si trattava di una candidatura vera.
Sennonchè, ho maturato qualche dubbio che si tratti di una candidatura realmente alternativa, per una pluralità di ragioni.
Il prof. Alcaro è persona molto vicina – e lo è stata anche in questi anni – al Rettore De Sarro, quest’ultimo espressione del prof. Quattrone, che come sanno tutti ha deciso che il prossimo Rettore sarà il prof. Cuda.

Sembra una storiella rompicapo, ma purtroppo è la semplice realtà che ci fa dubitare che non sia qualcosa di stabilito a tavolino per evitare le plurime critiche ad una elezione farsa.
Difatti, la vicenda UMG (“cessione” all’Unical della Facoltà di Medicina, abbandono del Cnr ed esito delle elezioni del Rettore), hanno sempre ed unicamente un’unica cabina di regia, dove appare sempre un unico soggetto, ma non è quello che apparentemente decide e compare pubblicamente, poiché a comandare rimane sempre uno solo : il prof. Aldo Quattrone (id est Rettore vita natural durante).

Poi abbiamo le varie coreografie e sceneggiature, dove i vari personaggi ed interpreti compaiono con un ordine prestabilito.
Non è un solo un problema di dialettica o confronto, qua parliamo di una prassi consolidata da anni e, chiunque ha tentato di “ribellarsi” è stato isolato.
Così mi hanno raccontato alcuni “informatori” interni, che hanno inteso contattarmi dopo i miei primi interventi sulla stampa, i quali hanno avuto modo di spiegarmi anche altre dinamiche, che dovrò approfondire.

Dai concorsi/avvisi pubblici dove compariva un solo partecipante, da concorsi/avvisi pubblici dove alcuni candidati venivano invitati a partecipare per “comparsa”, essendo chiaro a tutti chi dovesse arrivare per primo.
Certo poi magari erano i migliori e, quindi si tratta solo di pettegolezzi, ma diciamo che qualche documento potrebbe anche esserci.
Mi hanno riferito anche delle unità operative/casa famiglia, dove risultano essere “assunti” parenti e affini di qualche professore passato e presente.
Addirittura qualcuno mi ha parlato di “cupola” o “sistema” in grado di decidere e determinare tutto quello che accadeva all’Università e, quindi anche le sorti, i successi o gli insuccessi di qualche professore o ricercatore.

Quello che è accaduto poi con la Fondazione Tommaso Campanella, e non alludo soltanto agli oltre 120 milioni di euro di debiti, è un caso unico in Italia.
Non sono riusciti ad ottenere il riconoscimento IRCSS, sono state fatte assunzioni a chiamata diretta – sfruttando la forma di “fondazione”, gestita però con i soldi pubblici -, sono stati sperperati milioni e milioni di euro, anche per consulenze ed incarichi vari. Nonostante i disastri economico-contabili, non abbiamo avuto, eprò, alcuna indagine e, quindi tutto rimarrà coperto dal tempo.

E, cosa dire di quel Padiglione C del Policlinico – potrebbe diventare il titolo di un film – che non sono mai riusciti ad “accreditare” in tanti anni di gestione.
Non entro nel merito di quanto accaduto in pandemia, il tira e molla per rifiutare inizialmente i malati covid, qualcuno addirittura pubblicava su facebook selfies dietro la porta del reparto covid (dove c’erano invece molti operatori che rischiavano di essere infettati e lavoravano sul serio) con commenti del tipo “anche oggi abbiamo salvato molte vite”, salvo poi scoprire che in quel reparto molti di costoro manco erano entrati e che anzi quando sentivano aprire la porta fuggivano a gambe elevate.

Sono tante le contraddizioni che potremmo raccontare e verificare e, che hanno aumentato le distanze tra la Città e l’Università.
A me quello che dispiace è che al Policlinico ci sono anche tanti operatori davvero competenti e che possono fare la differenza, ma questa “cappa” mai denunciata da alcuno non impedisce solo alla nostra Università di crescere, lo impedisce anche alla nostra Città.
L’UMG rischia di essere smantellata da tutti quei processi di competizione che vedono l’Unical come una Università di Yale o Oxford e, la nostra…?
La risposta la lascio a chi legge.

Poi ci sono gli ipocriti, i commentatori puritani e/o occasionali, vicini magari a qualche personaggio che concorre a questo sistema, anche con il semplice silenzio, che impartiscono ammonimenti a destra ed a manca, senza avvedersi che chi sostengono magari fa parte di questo mosaico che pensa financo di poter stigmatizzare.
Sicuramente al centro dell’attenzione è la politica, si ma quella universitaria, quella dei professori che vivono l’Università, sempre più cattedrale nel deserto.

Sconvolge il fatto che nessun professore universitario (della nostra UMG) non abbia ritenuto pubblicamente di prendere una posizione, di raccontare alla città la verità e, la verità non è certamente una candidatura “civetta”, come le cosiddette liste civetta, cioè quelle candidature “finte”, di mera facciata, creata ad arte per aggirare alcuni meccanismi (nel caso di specie per far credere che si tratti di una elezione tra due concorrenti avversari).
Non POSSIAMO parlare allora di ELEZIONE del Rettore, ma DOBBIAMO parlare piuttosto di mera NOMINA del Rettore !
Non parliamo di scelte coraggiose, parliamo, invece, di scelte mascherate.
Io in tutto questo non ci vedo nulla di positivo, anzi colgo invece un atto di offesa verso la città ed i cittadini, uno specchietto per le allodole !
Le candidature alla carica di Rettore (sia che fosse nomina o fosse elezione) si preparano anni ed anni prima.
Una candidatura che nasce a pochi giorni dal voto delle due l’una: o non è una vera candidatura alternativa al “quattronismo”, o è una candidatura kamikaze.
Ecco perché credo che questa seconda candidatura (strategica) sia voluta da chi aveva già deciso di eleggere (rectius: nominare) il prof. Cuda (e, che in molti sapevano già da tempo).
Antonello Talerico
Consigliere Regionale

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