Riccio (Gruppo misto): “Corace cloaca a cielo aperto”

L'esponente politico ha fatto chiarezza su un fenomeno estremamente penalizzante per la città capoluogo

“Se prima era un sospetto, oggi, dopo le analisi effettuate da Arpacal, è una certezza che il fiume Corace sia una cloaca a cielo aperto, dove si riversano scarichi fognari di ogni tipo che finiscono direttamente a mare. D’altronde, basta fare una passeggiata sulle sponde del Corace, per essere ammorbati da un olezzo maleodorante che rende irrespirabile l’aria”, lo ha dichiarato il consigliere comunale di CatanzaroEugenio Riccio, che sul delicato argomento ha cercato di fare un po’ di chiarezza: “Come hanno origine questi scarichi abusivi? Intanto, è palese il cattivo funzionamento degli impianti di epurazione, con corti circuiti alle pompe di sollevamento poste ai margini del fiume, antiquate e vetuste, prive di manutenzione e, magari, abbandonate e dismesse senza realizzarne di nuove. Evidenti le responsabilità delle amministrazioni pubbliche, probabilmente tese a favorire i gestori della “cupola” nel massimizzare i profitti. Ci sono, poi, i sistemi di raccolta delle acque meteoriche, canalizzate nei fiumi, che, malgrado non piova da mesi, riversano nei fiumi liquami, evidenziando a monte allacci abusivi”.

E ancora il consigliere si chiede: “A chi sono ascrivibili le responsabilità per questo stato di cose? È un sistema, quello in essere, che riflette la cultura e la mentalità degli anni ’70, quando la depurazione, al pari della sanità, serviva a drenare immense risorse nelle mani di mafiosi e delinquenti, con la complicità degli amministratori e degli enti deputati a vigilare, con il vizietto di girarsi dall’altra parte. Se, con molta probabilità, in Calabria sono centinaia i corsi d’acqua che riversano in mare acque reflue provenienti da scarichi fognari abusivi, il Corace può e deve diventare il simbolo della riscossa e del riscatto di una regione che non vuole morire di mafia, corruzione e cattiva amministrazione. I danni provocati all’ambiente sono incalcolabili. Il fiume Corace deve diventare, sin dalla sorgente, patrimonio della Calabria. Il fiume con il suo bacino idrografico dovrebbe diventare oasi ambientale con divieto di scarico, unico caso in Italia. Le acque del Corace nascono, infatti, da una sorgente microbiologicamente pura che potrebbe essere utilizzata, persino, come fonte idrica potabile.
Auspichiamo, perciò, un pronto intervento dell’autorità giudiziaria di Catanzaro: devono essere arrestati gli autori di un simile disastro ambientale, che contribuisce a precludere la possibilità di crescita economica per la nostra terra e il futuro dei nostri figli, dando così  – ha concluso Riccio – l’esempio affinché simili iniziative di prevenzione e repressione vengano mutuate su tutto il territorio regionale. La Calabria si ama con i fatti, non con le chiacchiere”.

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