Fiorita: “Auguri Catanzaro, dalle ferite del 2021 alle speranze del 2022”

di Nicola Fiorita*

A tutti i catanzaresi, ovunque si trovino, l’augurio di buon anno, un 2022 che segni se non la fine, quanto meno il netto arretramento di una pandemia che ha sconvolto le nostre vite. Il primo pensiero va a medici, infermieri, operatori sanitari che continuano a lavorare per il bene di tutti noi. Ma sappiamo che serve anche un potente “vaccino” contro il senso di rinuncia e di abbandono che rischia di diventare il più pericoloso dei “virus” per la città che un tempo ambiva ad essere la Capitale della Calabria.

Ci lasciamo alle spalle il 2021, un anno che ha inferto profonde ferite alla nostra amatissima città, colpita duramente nei suoi simboli (il ponte Morandi, la pineta di Siano, il Duomo) e da una sensazione generalizzata di rassegnazione, aggravata anche dalla perdita di centinaia di posti di lavoro.

La città vive l’abbandono del porto e dei suoi contestati pontili, dell’Aula Consiliare (simbolo della democrazia cittadina), delle Gallerie del San Giovanni che potevano essere un elemento attrattivo potente, della Stazione Centrale ora ridotta ad uno scheletro senza vita, mentre restano irrisolti i problemi dell’acqua e del depuratore.

L’impenetrabilità del centro storico e del suo salotto privilegiato, corso Mazzini, divenuto un frullatore impazzito a causa delle continue e scomposte variazioni nella circolazione, rappresenta il punto più acuto della crisi post Covid. La luce accesa da alcuni coraggiosi imprenditori, da sola, non basta.

La città perde duemila abitanti all’anno

Catanzaro è una città sempre meno giovane e che perde ogni anno duemila abitanti, in buona parte ragazzi nella fascia d’età tra i 18 e i 30 anni, l’età in cui si coltivano e spesso si realizzano i sogni e le aspirazioni.

Dal 2019 al 2021, la popolazione giovanile che rappresentava il 14% del totale, si è ridotta al 9,8%. Più di 3.000 giovani hanno abbandonato la città negli ultimi due anni.

Se il trend resterà questo, nel 2025 i giovani costituiranno una sparuta riserva, appena il 5% della popolazione.

Esiste però una Catanzaro positiva e non rassegnata: ci sono ancora tante energie tra le nuove generazioni che hanno deciso di restare; ci sono tante risorse ed esperienze preziose nelle professioni più affermate e nel variegato mondo della cultura, dell’istruzione e dell’imprenditoria.

Occorre ricostruire con pazienza la trama delle relazioni sociali e in questo un contributo decisivo può venire dal mondo della cultura e dalle sue filiere (il turismo, l’innovazione, la ricerca, l’arte, la gastronomia, l’artigianato, la tradizione).

E’ necessario studiare in profondità le motivazioni della crisi e individuare le soluzioni opportune, inserendole nel più generale programma di rinascita del Paese. Il PNRR riapre – come accadde nel dopoguerra – la possibilità di plasmare il futuro ed è necessario che esso guardi principalmente al Sud e consenta ai luoghi strategici di questo Sud, come Catanzaro, di fare un grande balzo in avanti, di divenire una città europea che traini lo sviluppo e non ne mendichi le briciole.

Ma dobbiamo rialzare la testa

Catanzaro può rialzare la testa perché ha donne e uomini di straordinario valore, senza distinzione ideologica, capaci di dare molto alla collettività, all’interno di una nuova etica dell’Amministrazione pubblica. Si, una nuova etica che cancelli le pesanti ombre che si sono addensate in questi anni sugli Enti Locali.

Nessuno può tirarsi indietro. Ognuno può dare qualcosa. Tutti possono e debbono uscire dal torpore, dalla rassegnazione e dalla tentazione di chiudersi nel proprio ego.

Va costruita, tutti assieme, la Catanzaro del dopo Covid, una città aperta che sappia cogliere gli elementi positivi di questa svolta epocale che ha cambiato per sempre la nostra vita sociale.

Le città non potranno essere più le stesse, dovranno essere ridisegnate, dovranno puntare su ambiente, cultura, welfare, salvaguardia dei beni architettonici, investire sul mondo giovanile con grande attenzione ai cambiamenti dettati dalla tecnologia.

Se non si vuole fare di Catanzaro una città spettrale, bisogna convincere con i fatti i giovani a restare, offrendo loro opportunità di formazione e lavoro, ma anche nuovi modelli di intendere lo studio, lo svago, le passioni culturali, lo sport.

Catanzaro, se non vuole diventare un trascurabile puntino sulla carta geografica della Calabria, deve aprirsi al territorio, aggregare i Comuni limitrofi, diventare veramente “grande” e punto di riferimento per tutta la Calabria.

L’alleanza strategica tra le energie giovanili e le esperienze più consolidate, può riuscire nell’impresa epocale di salvare Catanzaro dall’oblio, dalla rassegnazione, dalla definitiva marginalizzazione.

E’ con questa speranza nel cuore che auguro ai miei concittadini, soprattutto a quelli che più soffrono e sono rimasti indietro, un meraviglioso 2022.

*candidato sindaco in pectore del centrosinistra

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