Fiorita: «Non solo Parco Romani: le incompiute come nuove risorse per la città»
Il candidato sindaco del centrosinistra interviene sul tema delle aree degradate e abbandonate da recuperare attraverso un nuovo approccio amministrativo
Il ventennio di Abramo che oggi si ripropone alla città sotto la maschera di un finto civismo ci lascia una Catanzaro agli ultimi posti in Italia e in Calabria e una serie di opere incompiute e di “scheletri” edilizi, pubblici e privati, completamente abbandonati e inservibili alla comunità.
L’elenco è lungo e citiamo solo i casi più clamorosi: il Parco Romani, il parcheggio multipiano del Politeama, il palazzone dell’ex Fornace di Sant’Antonio, la bretella di collegamento tra le stazioni di Sala e della Funicolare, il parco del Gasometro e il relativo impianto di risalita, l’ospedale vecchio di via Acri. Che fine faranno?
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Riteniamo possibile trasformare questi “rottami” in nuove risorse per la Città. Non sarà facile perché decenni di abbandono, indifferenza, incuria, pasticci amministrativi hanno deteriorato questo patrimonio edilizio. Occorrerà studiare con serietà un piano per il recupero dell’esistente, ben sapendo che bisognerà rastrellare importanti risorse economiche pubbliche e private. Demolire costerebbe di più che riqualificare.
Non la riteniamo una missione impossibile perché la Città ha bisogno di nuovi spazi, al servizio della sanità, dell’università, della giustizia, della mobilità e della sosta. Da questa massa di rottami possono arrivare nuovi posti auto, nuove aule didattiche, nuovi laboratori, nuove attività commerciali, risolvendo problemi logistici che angustiano la Città.
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Non possiamo permetterci il lusso di vedere ulteriormente marcire strutture che purtroppo sono sorte in maniera approssimativa con la complicità e la mancanza di visione del sindaco Abramo e dei suoi governi cittadini.
Costituiremo una squadra dedicata a questo compito, con il supporto delle migliori competenze, per individuare le forme di recupero, anche sotto il profilo giuridico, trattandosi anche di opere private nei fatti dismesse.
Dobbiamo passare dalla politica del “giorno dopo giorno” alla programmazione seria, dove ovviamente non tutto sarà realizzabile, ma tutto sarà ricondotto ad una logica di sviluppo del Capoluogo con una stretta connessione tra obiettivi e risorse disponibili.
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