di Nico De Luca
“Ora parliamo noi: siamo stanchi di illazioni e cattiverie. Ci abbiamo già rimesso 600 mila euro per investire nel food della città e dato 18 posti di lavoro sicuri. Vi spieghiamo perché ci pare tutto persecutorio”.
Affidano alla nostra redazione le voci del proprio risentimento. Sono i coniugi Barletta: Francesco, noto titolare di una concessionaria motoristica di fascia alta (Barletta Motors) e la sua signora, Ada Esposito, amministratrice unica sia della prima azienda che di questa sul lungomare, il “Twist” di Catanzaro Lido
“In otto mesi dall’apertura avremo lavorato si e no 4 mesi e mezzo – dichiara Barletta – tutta colpa di abusi demaniali di cui il proprietario sig. Gagliardi non ci ha mai detto nulla nonostante ben 4 denuncee arrivate a precedenti affittuari. Eppure c’è un contratto che parla chiaro, redatto con la consulenza profumatamente pagata a fior di professionisti e con l’autorizzazione a procedere i lavori da parte del Comune!”
Sono amareggiati i coniugi Barletta, per l’ingente investimento fatto e per il sequestro sopravvenuto in questi giorni. “In realtà la procura ha definito il provvedimento come “non urgente” – dichiara l’imprenditore – ma sappiamo che la Capitaneria di porto ha inviato ogni giorno numerose foto a sostegno di un provvedimento che evidentemente ha ritenuto fondamentale per il ripristino della legalità. Oggi, non per i 31 anni precedenti, evidentemente”.
AUTOCRITICA
“Naturalmente abbiamo fatto anche noi qualche errore – dichiarano i coniugi Barletta che proprio qui si erano conosciuti un po di tempo fa – ma come spesso accade in questi casi, condonabile con un verbale, una multa; non tale da fermare completamente un’attività commerciale condotta negli anni senza ostacoli. Mi riferisco al massetto che ora dovremo abbattere. Ma nessuno ce l’aveva detto pur avendo presentato un preciso progetto. Invece abbiamo sbagliato ad occupare con sedie e tavoli lo spazio rimasto all’esterno dopo l’arretramento ad 80 metri. Mi crede se le dico che verbalmente ci avevano assicurato di poterlo fare?”
LE ILLAZIONI
“E vogliamo fare anche altra chiarezza – aggiunge l’amministratrice unica – perchè in giro si sente che il locale sarebbe del nostro amico di famiglia Sergio Abramo o di altre persone che magari sono nella squadra ma come dipendenti. Sa come si chiama la società che amministra il locale? “Fam”, che sta per famiglia. L’unica verità infatti è che il Twist è un’ operazione della famiglia Barletta-Esposito – dichiara la signora Ada – e nessuno venga a mettere in discussione la trasparenza e l’onestà di imprenditori che fino ad ora stanno solo producendo grosse perdite nonostante – come ci dicono i clienti – l’ eleganza del posto e la bontà dell’offerta gastronomica”.
RIAPRIRA O NO?
“Questo non lo sappiamo, ma vogliamo sperare di si – afferma Francesco Barletta – a sapere prima tutto questo sconquasso avremme valutato meglio tutta la faccenda. Ho persino anticipato di tasca un debito di parecchie migliaia di euro del proprietario con il Comune per agevolare l’iter ed arrivare prima alla soluzione dei problemi. Ora i nostri avvocati proveranno a chiedere il dissequestro, così potremmo eliminare il massetto e magari riconvertire gli spazi interni. In ogni caso mi sembra per lo meno ingeneroso prendersela con chi sta tentando di ridare vita ad un locale ed una struttura che sembravano irrimediabilmente destinati a rimanere chiusi e abbandonati per sempre”.
LA NOTIZIA
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