Le elezioni regionali hanno bocciato sonoramente il sindaco Abramo e la sua giunta. Nessuno dei candidati sostenuti dai partiti della ex maggioranza è stato eletto. Non ce l’ha fatta la candidata di Forza Italia che a Catanzaro esprime 4 assessori in giunta, per come non ha superato la soglia del quorum l’altro candidato della maggioranza comunale, quello che si richiama a Catanzaro da Vivere che da domani dovrà chiamarsi Udc(?), nonostante i suoi 3 assessori.
Un discorso a parte merita il fallimento elettorale del sindaco Abramo che non è riuscito, nonostante lo spiegamento di forze di comune, provincia, società partecipate, consulenti, etc, ad eleggere il suo candidato, dopo aver trovato approdo al suo peregrinare nelle fila di Coraggio Italia.
La città, stanca dell’inerzia di un governo cittadino agonizzante e fermo, ha punito i responsabili della crisi del capoluogo di regione, azzerando tutta una classe dirigente ormai datata e senza prospettive. Questo è il dato più interessante nella lettura dei dati elettorali.
Poiché a noi più della politica interessa la città, diciamo al sindaco Abramo che ha una strada quasi obbligata. Quella di azzerare totalmente una giunta incapace e formare per questi ultimi sette/otto mesi una compagine di salute pubblica, chiamando negli assessorati persone motivate e di comprovata capacità, che potrebbe avere sui singoli provvedimenti anche il voto di chi oggi è all’opposizione o dice di esserlo.
LE VELLEITA’ REGIONALI DI ABRAMO
Il sindaco Abramo, se come si dice nei corridoi, si sta sbracciando per entrare in giunta regionale, ci risparmi ma soprattutto risparmi alla città l’umiliazione di vedere il comune guidato da un vicesindaco “invisibile e abusivo”, che non ha nessuna rappresentanza politica se non la fedeltà e l’obbedienza assoluta al potente di turno. C’è peraltro da aggiungere che il vicesindaco Gabriella Celestino porta in dote probabilmente, anche come ex dirigente, una zavorra importante che ormai da anni ingessa il bilancio comunale, quasi come una maledizione.
Ci riferiamo nello specifico alla mole di debiti fuori bilancio, che con cadenza puntuale spuntano in ogni ordine del giorno del Consiglio comunale in questi ultimi cinque anni e che in ipotesi lanciano un ombra sulla gestione dell’avvocatura comunale, proprio quella sotto la gestione dell’attuale vicesindaco, dove non si spiega perché in ogni pratica il comune di Catanzaro sia soccombente, tanto da aumentare la massa del debito del quale, ad oggi, non è chiaro quale sia il perimetro e soprattutto l’ammontare. Sono questi i rilievi che la Corte dei Conti con puntualità segnala rispetto alla lettura dei bilanci comunali, le cui controdeduzioni dovrebbero, forse, avere una verifica della magistratura ordinaria.
CITTA UMILIATA DALLE URNE
In ogni caso, Abramo dia un segno tangibile, rimuovendo un vicesindaco che non garantisce la città, che non ha seguito e che non sembra avere risolto nessuno dei problemi cittadini, venendo meno probabilmente anche al suo compito di garanzia sulla trasparenza degli atti, visto il pasticcio che si è creato con l’affare dei pontili, giusto per citare il più recente.
Prenda atto il sindaco Abramo e ne prendano atto anche i big del centrodestra catanzarese, quello fondamentalmente umiliato nelle urne, al pari dei quel centrosinistra da anni sganciato dal suo ruolo di controllo e di opposizione che il mondo è cambiato e che non si potrà tirare a campare in questi ultimi mesi. Se Abramo vuole scappare da comune con il suo seguito di residui fedelissimi, lo faccia pure. Ma non giochi sulla pelle di una città che gli ha clamorosamente voltato le spalle. E’ per questo che osservare un minuto di silenzio a memoria dei voti defunti nella prossima riunione di giunta, sarà un atto di rispetto verso una città che chiede risposte ad una politica da troppi anni latitante ed oggi defunta
Commenta per primo