Intervento di Antonio Jonny Corsi, consigliere comunale di Catanzaro nel gruppo Misto.
“Avvicinatevi signori, carta vince, carta perde!” siamo fra i vicoli di “Forcella” patria indiscussa del gioco d’azzardo delle tre carte, un gioco conosciuto e replicato nella nostra città dei Tre Colli dove il banco colora il mazzo di carte – quelle sempre truccate – di azzurro e dove la meglio gioventù in trasmigrazione politica diventa magicamente ospite sulla nave da crociera Azzurro Boat.
E’ così il coordinatore di Forza Italia Ivan Cardamone – supplente croupier del casinò attiguo a Spaccanapoli ed aspirante mozzo della nave dell’amore azzurro – riesce a parlare di coerenza “nell’ingaggio” di due esponenti della lista “Catanzaro in Rete” schierata con Enzo Ciconte e noi non sappiamo se ridere o piangere. Sicuramente Cardamone crede di potere rifilare gigantesche bugie all’opinione pubblica, contando sul fatto che a Catanzaro tutti hanno la memoria corta. Tutti tranne noi che continuiamo a portare avanti una battaglia contro la “peggiore amministrazione comunale di sempre” che sta trascinando la nostra povera Città in un baratro senza fine.
PRIMA CONTRO, ORA PRO ABRAMO
Ci spieghi Cardamone dove sarebbe la coerenza di Lostumbo e Ciciarello? Premetto che ogni scelta personale è legittima e rispettabile, ma non la si può certo fare passare come un esempio di coerenza e lealtà. Lostumbo e Ciciarello nel giugno del 2017 si sono schierati contro il centrodestra e contro Sergio Abramo, sostenendo il candidato sindaco del centrosinistra Enzo Ciconte. Il loro posto “coerente” era e doveva essere all’opposizione e non già al servizio del sindaco che loro nel 2017 non ritenevano evidentemente degno del loro voto.
Non dia lezioni di coerenza il Cardamone che già, proprio per coerenza e dignità, avrebbe dovuto dimettersi essendo stato per ben due volte “decapitato” – come gli alberi di Via Conti Falluc – dal sindaco Abramo che prima gli ha tolto la fascia di vicesindaco – quella che amabilmente si cucirebbe pure sul pigiama -, poi la delega al patrimonio, ritenendolo non adatto e non all’altezza di tali compiti, nonostante il sommergibile prematuramente affondato nel porto che non c’è del quartiere Lido. Ma cosa non si farebbe – conclude Corsi – per una poltrona?”
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