di Nicola Fiorita
IL GIORNO DEL DOLORE. Oggi è il giorno del dolore, un dolore collettivo e quindi più acuto e straziante. Non ci saranno i genitori di Saverio, Aldo e Mattia a salutare per l’ultima volta i loro amati figli. Ci sarà, non solo fisicamente, tutta la Città, coinvolta in una tragedia assurda e finora inspiegabile che sta costringendo tutti a fare un profondo esame di coscienza.
Non importa che io sia sindaco da nemmeno quattro mesi, né servirebbe a nulla ricordare che il degrado delle nostre periferie si è sviluppato nell’arco di venti-trent’anni nell’indifferenza generale. Nessuno può chiamarsi fuori e oggi tocca a me, come guida della nostra Comunità, farmi carico di questa immane tragedia e dei suoi dirompenti effetti sulla vita sociale della nostra Città. Ci siamo girati dall’altra parte, abbiamo lasciato indietro gli ultimi in tutti questi anni, quasi che non ci riguardassero i drammi quotidiani che si consumavano tra le mura degli insediamenti popolari.
E’ il “sonno dell’indifferenza”, più volte denunciato da Papa Francesco nei suoi discorsi. Dobbiamo vincere questo sonno, trasformare il dolore per l’orribile fine di questi tre ragazzi innocenti in una nuova forza e in una nuova energia. Dobbiamo mettercela tutta, sapendo che non sarà facile cambiare una realtà compromessa da troppo tempo. Ma sappiamo che dobbiamo ricominciare da lì, dalle periferie, dai caseggiati senza servizi, dai quartieri-dormitorio. Come diceva il poeta Pasquale Panella in un brano di Notre Dame de Paris: “Il mondo non è qua, ma è qua che cambierà e si mescolerà. E ricomincerà da qui”.
Addio Saverio, Aldo e Mattia.
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