“Il Rettore UMG pensa a Guelfi e Ghibellini invece che alla sanità pubblica”

di Antonello Talerico*

Ho letto l’ennesima uscita scomposta del Magnifico Rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, recidivo nella manifestazione di giudizi negativi proprio nei confronti dei medici dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio, che a dirla tutta sono proprio quelli che danno la maggiore risposta alla domanda di salute ed ai servizi clinico-assistenziali all’intero territorio calabrese (i numeri delle prestazioni parlano chiaro, molto di più rispetto le parole del Magnifico Rettore).

E’ insolito che chi dovrebbe essere tra i protagonisti di un processo storico di integrazione tra A.O.U. Mater Domini e l’Ospedale Pugliese-Ciaccio, possa pubblicamente rilasciare dichiarazioni kamikaze.

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Già nel giugno del 2019 il Rettore ebbe a dichiarare testualmente “Allora ci risediamo a tavolino e procediamo: dove manca il primario non c’è bisogno di facenti funzioni, mettiamo un docente universitario. Perché tutti sappiamo la differenza: nelle aziende ospedaliere il primario lo mette il politico, in quelle universitarie lo nomina l’accademia dopo un concorso di merito”.

Oggi, lo stesso Rettore afferma “…lo si fa per il bene della comunità e anche per rilanciare quella professionalità che quando io arrivai trovai nei medici di Catanzaro. Erano veramente dei grossi primari”.

Dal combinato disposto delle due dichiarazioni si ricava che la considerazione che il Rettore ha rispetto ai medici dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio è quella di considerarli perloppiù raccomandati e di dubbia professionalità, anche con riferimento agli stessi primari delle varie U.O..

Sennonchè, trascura probabilmente il Rettore che presso l’Ospedale Pugliese-Ciaccio operano quelle stesse professionalità da lui bistrattate, che gestiscono buona parte del segmento della emergenza ed urgenza dell’intero territorio attraverso il P.S., essendone, tra l’altro, il Policlinico di Germaneto sprovvisto (senza voler entrare in polemica, poiché il nostro Policlinico ha fatto delle scelte ed al momento queste scelte non prevedono l’attivazione di un Pronto soccorso).

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Certamente il Rettore sa bene che grazie alle attività sanitarie ed ai numeri delle prestazioni clinico-assistenziali del Pugliese-Ciaccio si garantisce anche la stessa sopravvivenza (grazie agli accreditamenti) delle scuole di specializzazione.

Sa bene il Rettore che le attività clinico assistenziali e sanitarie dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio sono perpetue durante l’intera settimana e, che ciò non sempre si realizza presso le strutture sanitarie del Policlinico (ma qui la responsabilità non è certamente dei medici “universitari”, bensì è un problema organizzativo e di lungimiranza nella guida del Policlinico che dovrebbe essere un fiore all’Occhiello).

Fa specie ancora leggere – è sempre notizia di oggi – che l’Ospedale Pugliese-Ciaccio correrebbe il rischio di dover “cedere” ulteriori posti letto per la gestione dei malati covid (con inevitabile carenza ulteriore di posti letto per la gestione e la cura degli altri gravi malati), quando da anni il Rettore ancora non ha conseguito l’accreditamento del Padiglione C o una gestione diversificata e più efficiente della stessa struttura sanitaria di Villa Bianca, che certamente consentirebbero una deflazione delle criticità organizzative territoriali, ma sul punto il Rettore non mi risulta abbia portato avanti battaglie o rilasciato dichiarazioni rassicuranti.

Pertanto, credo che il Rettore dell’UMG, nel chiarire le sue dichiarazioni potrebbe, invero, giungere ad un approccio nuovo per affrontare le plurime criticità del settore sanitario, sostenendo il grande lavoro fatto sin qui dal Governo Occhiuto, ma cosa importante considerando l’apparato ed il personale sanitario ospedaliero almeno di “pari grado” rispetto alle risorse umane del nostro Policlinico, soltanto così saremo e saranno tutti pronti per realizzare qualcosa di storico per la nostra Regione Calabria : una sanità efficiente.

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Tutti, ma proprio tutti, devono puntare alla integrazione che conduca ad una Azienda Unica, ma nessuno può pensare che i protagonisti e gli artefici della rivoluzione della sanità possano o debbano essere da una sola parte, la propria.

L’epoca dei Guelfi e Ghibellini è finita da tempo e, qui non ci sono troni da conquistare, ma soltanto obiettivi di comune interesse, ovvero consegnare ai cittadini una sanità in grado di curarci.

*avvocato

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