Mons. Panzetta apre il sinodo 2021 nell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace

CHIESA IN MOVIMENTO

Riflessioni di Maria Marino* – docente

La Chiesa di Dio è convocata in Sinodo

“Con questa convocazione, Papa Francesco invita la Chiesa intera a interrogarsi su un tema decisivo per la sua vita e la sua missione: «Proprio il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio». Questo itinerario, che si inserisce nel solco dell’«aggiornamento» della Chiesa proposto dal Concilio Vaticano II, è un dono e un compito: camminando insieme, e insieme riflettendo sul percorso compiuto, la Chiesa potrà imparare da ciò che andrà sperimentando quali processi possono aiutarla a vivere la comunione, a realizzare la partecipazione, ad aprirsi alla missione.

Il nostro “camminare insieme”, infatti, è ciò che più attua e manifesta la natura della Chiesa come Popolo di Dio pellegrino e missionario.”

Si apre così il Documento Preparatorio “Per una Chiesa Sinodale: Comunione, partecipazione e missione” al cammino sinodale, fornendo una panoramica degli obiettivi del Sinodo dei Vescovi che si terrà nel 2023, ma che si pone quale Linea Guida del percorso biennale preparatorio voluto dal Santo Padre, una forma di consultazione dal basso che, partendo dalle singole parrocchie, mira al coinvolgimento e alla partecipazione di tutte le comunità, con metodi di dialogo che permettono alle persone di fare un’esperienza concreta della sinodalità.

Significato di Sinodo

La parola “Sinodo” deriva dal greco syn-hodos, letteralmente “camminare insieme”. Il Sinodo è, infatti, un luogo per l’incontro dei Vescovi tra di loro, attorno e con il Papa che lo convoca quale strumento di “consultazione e collaborazione”. È dunque un luogo per lo scambio di informazioni ed esperienze, per la comune ricerca di soluzioni pastorali valide universalmente.

Il Sinodo dei Vescovi che si è aperto il 10 ottobre del 2021 tratterà il tema stesso della sinodalità e si presenta, nel suo svolgimento, con modalità e fasi del tutto inedite. Non si tiene, infatti, solo in Vaticano, ma in ciascuna Chiesa particolare dei  cinque continenti. È la prima volta, nella storia di questa istituzione, che un Sinodo si svolge in modalità decentrata.

Apertura a Catanzaro-Squillace

L’ apertura del Sinodo nelle Chiese locali è avvenuta ieri, domenica 17 ottobre 2021, e nella nostra Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace si è celebrata nella Basilica dell’Immacolata, presieduta dall’Amministratore Apostolico S.E.Rev.ma  Mons. Angelo Raffaele Panzetta.

Il processo sinodale segue un itinerario triennale articolato in tre fasi scandito dall’ ascolto, dal discernimento e dalla consultazione:

-la prima tappa (ottobre 2021 – aprile 2022) è quella che riguarda le singole Chiese diocesane.

-la seconda tappa, quella continentale (settembre 2022 – marzo 2023), ha come finalità quella di dialogare sul testo del primo Instrumentum laboris.

-la terza e ultima tappa del cammino sinodale è quella della Chiesa universale (ottobre 2023). Una tappa fondamentale di questo percorso è la celebrazione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, nell’ ottobre del 2023, a cui farà seguito la fase attuativa, che coinvolgerà nuovamente le Chiese particolari.

Le parole di mons. Panzetta

La celebrazione di ieri a Catanzaro è stata sentita e partecipata, seppur limitata nelle presenze dalle misure anticovid,  non solo da tutti i presbiteri , ma anche dai numerosi fedeli intervenuti; il coro diocesano ha accompagnato la preghiera con i canti e particolarmente chiarificatoria del percorso sinodale è stata l’omelia di S.E. Panzetta che ha specificato i punti cardine del percorso.

Partendo dal significato di “discernimento ecclesiale dal basso” il Vescovo ha spiegato che ciascuno può portare il proprio contributo per interpretare meglio il Vangelo, divenendo ciascuno protagonista, seppur nella dimensione universale e nazionale del Sinodo;

un itinerario da sposare come un’opportunità, credendo nella Grazia di Dio per rinnovare la comunità, adattandola ai tempi; un NO deciso quindi alla funzione di spettatore o di pura obbedienza, ma la volontà di un itinerario che vede ciascuno nel ruolo di protagonista del cambiamento perché la Volontà di Dio per la Chiesa del nostro tempo è la sinodalità, il “camminare insieme”.

Ha poi specificato tre punti cardine dell’itinerario, perché sia davvero occasione di grazia per innescare una “nuova primavera che porta con sé tante opportunità”:

  • occasione per ricordare chi siamo, riflettendo sulla sinodalità per riscoprirsi Chiesa che cammina insieme sulla via che porta a Gesù; una comunità che è chiamata ad annunciare il Vangelo nel nostro tempo;
  • occasione per immaginare il futuro domandandosi dove ci guida lo Spirito Santo oggi, per essere una comunità che risponda alla volontà di Dio e agli uomini e alle donne di oggi;
  • Occasione, infine, per ricominciare dopo la stagione COVID: da dove ripartire? Il discernimento sinodale sarà anche occasione per stare davanti al Vangelo come fratelli, sognando ed immaginando il futuro che Dio indicherà.

Il ruolo delle parrocchie

Il Vescovo ha poi sottolineato come saranno proprio le singole Parrocchie la sede principale di tale profonda ed accurata riflessione, confidando sempre nel potere trasformante dell’amore di Dio, che pur guardando i limiti e le fragilità di ognuno di noi, aiuta sempre con la sua Grazie e la sua Misericordia.

Con riferimento poi al Vangelo, ai due discepoli che si staccano da Gesù e dai loro compagni, ha detto che ciò che impedisce alla Chiesa di camminare sulla strada di Dio, come per i due discepoli, è la smania di potere inteso come desiderio di esercitare la propria autorità e non come servizio che permette di dare valore alla parola di ciascuno all’interno della comunità.

Il Vescovo ha infine indicato le caratteristiche che dovranno sottendere il cammino sinodale che ci attende: la fede, l’ascolto, l’umiltà e la gratitudine e il piacere d’innovare. Senza la fede non ci sarà vero rinnovamento, ma solo aggiustamenti che tengono a posto la coscienza, senza produrre vera conversione; l’ascolto di Dio e della sua Parola, non solo nella liturgia, ma soprattutto nei fratelli bisognosi che diventano il megafono della voce di Dio;

ma ascolto anche a quanti non vivono la nostra fede e il nostro mondo; l’umiltà e la gratitudine perché il discernimento possa valutare tutto e tenere il bene e gioire per esso, quale ad esempio il bene del  riconoscersi come Chiesa sposa di Dio. Il piacere di innovare, essere cioè quella generazione che renderà la Chiesa più giovane e più bella, essere coloro che disegneranno la Chiesa del futuro, i protagonisti del rinnovamento.

Pazienza, giudizio e attesa

Per tutto ciò occorreranno tre sentimenti: la pazienza per vedere, la capacità di giudicare con sapienza e di aspettare che il lavoro dia i suoi frutti migliori.

Il Vescovo ha poi aggiunto che basterebbe anche solo crescere in sinodalità, perché almeno un solo obiettivo possa definirsi raggiunto, rammentando a tutti i presenti, a conclusione, un proverbio africano che più di altri si addice al cammino da fare.

“Se vuoi andare velocemente cammina da solo, se vuoi andare lontano cammina insieme”.

Con queste parole il Vescovo ha ufficialmente aperto il cammino sinodale anche nell’Arcidiocesi Catanzaro-Squillace, affidando a ciascuno dei presenti, e non solo ai sacerdoti, il compito della riflessione, del discernimento di ciò che è bene, di come la nostra Comunità immagina la Chiesa del terzo millennio.

Tutti inclusi

Nessuno si senta escluso da questo percorso, sarà il protagonismo di ciascuno di noi laici che potrà contribuire a presentare la fede cristiano-cattolica agli uomini e alle donne del nostro tempo. In un tempo in cui etica e morale sembrano essersi perse, mi piace pensare che si siano solo nascoste da qualche parte e che, forse la riscoperta di alcuni valori universali applicati alla vita di ogni giorno, possano far ritrovare la strada del comune sentire e del pieno rispetto della persona umana, negli atti e nelle azioni del vivere quotidiano.

Una Chiesa che si pone in riflessione su come porre i suoi valori al mondo del “non ascolto” in cui viviamo, sicuramente si pone come stimolo non solo nei confronti degli altri credi religiosi ma anche e soprattutto nei confronti del vuoto spirituale e valoriale del nostro tempo; nella consapevolezza che in questo tempo in cui ciascuno mira ad essere “il migliore”, diventa urgente e non più rinviabile la necessità di essere “migliori”.

Buon cammino a noi, Buon cammino alla Chiesa, sposa di Dio!

Maria Marino – Docente

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