STORIE – “Il nostro cammino verso Santiago di Compostela”

Una è medico ospedaliero, l’altra dipendente pubblico: Margherita B. e Alina A., amiche catanzaresi, hanno deciso di intraprendere un’esperienza affascinante quanto misteriosa, il Cammino di Santiago di Compostela, un percorso che si può coprire integralmente o parzialmente. Le due calabresi hanno scelto di fare 6 giorni per un totale di 124 chilometri, da Valença a Santiago.

CatanzaroTv ha rivolto loro qualche domanda per capirne stimoli, sensazioni ed emozioni.

1) Perché ha scelto di fare il Cammino di Campostela?

Margherita: Dopo tanti viaggi turistici ho voluto mettermi alla prova con una vacanza alternativa. Questa in particolare perché anni fa in un viaggio nella Spagna del nord, toccando anche Santiago, sono capitata a Santiago, rimanendo colpita dal grande numero di pellegrini e dall’atmosfera nella piazza della Cattedrale. Ricordo che sentii una forte attrazione verso queste persone e, soprattutto,  dall’atmosfera che si respirava nella piazza antistante la Cattedrale. Da allora ho deciso che prima o poi l’avrei fatto anch’io tutto o in parte, in un periodo non molto affollato e con una persona con cui condividere un viaggio al di fuori dei soliti schemi, fatto principalmente di capacità di adattamento, sforzo fisico e necessità di avere tanti momenti per sé stessi.

Alina: Probabilmente avevo la necessità di qualcosa che mi potesse dare tranquillità e serenità. Stranamente mi sono imbattuta in una pagina su Facebook, dove si parlava di questo cammino, leggevo i racconti e giorno dopo giorno mi rendevo conto che era quello che in quel momento cercavo. Ancora oggi non so perché l’ho fatto ma so cosa mi ha dato, un viaggio spirituale dentro il mio io più profondo.

2) Che sensazioni personali ha avvertito, prima, durante e dopo.

Margherita2: Prima mi sono concentrata su due cose importanti, uno zaino con l’essenziale ed un po’ di allenamento. Solo durante ho preso coscienza di quanto stavamo facendo, spostarsi tanto solo apiedi, seguire un percorso, sentire il peso del bagaglio, ma anche incontrare persone, scambiare i saluti degli abitanti, razionalizzare km e tappe, gestire i cambi lavando gli indumenti. Il dopo? Bella domanda: un turbinio di sensazioni ed emozioni che subito si sono accavallate e intersecate, lasciandomi tutto il sapore intenso di questo percorso.

Alina2: A differenza di altri viaggi, questo l’ho preparato con grande entusiasmo: avrei dovuto percorrere a piedi, assieme ad una carissima amica, gli ultimi km di Portogallo e altri 100 km in Spagna, senza sapere  cosa ci aspettava. Vivo sola, ho le mie abitudini e ho riflettuto tanto sulla decisione di intraprendere questo cammino in compagnia. Ho avuto qualche dubbio temendo qualche diversità di vedute, ma sono felice che la nostra amicizia sia uscita più forte e solida. Le sensazioni durante il cammino è veramente difficile esprimerle. Già in aeroporto abbiamo avuto qualche difficoltà con il portoghese. Ma superato questo primo scoglio ecco subito le prime sensazioni di pace, serenità e gioia. Per la prima volta ho percorso strade e boschi isolati, senza mai voltarmi indietro. Cosa ho provato dopo? Voglio dirlo per ultimo…

3. Tra punti di ristoro e alloggi notturni quanto costa una esperienza del genere?

Alina: Gli ostelli comunali si aggirano intorno agli 8 euro, quelli privati dai 10 ai 18 euro, per gli alberghi possibilità da 20 ai 50 euro. Il ristoro dipende dalle esigenze: ci si può affidare al supermercato e cucinare negli ostelli o andare in qualunque ristorante, dipende dalle varie tasche, puoi spendere dagli 8,00 ai 50 euro al giorno.

4. Ci sono limiti di età per fare il Cammino?

Margherita: Nessun limite di età: abbiamo incontrato una giovane coppia con il bambino di pochi mesi, così come persone di età avanzata ognuno con il proprio ritmo. E’ un viaggio che ognuno può gestire secondo tempi ed esigenze personali. Non è una gara a chi arriva prima o con meno dolori: e’ un percorso, soprattutto interiore, è un donarsi un lasso di tempo assolutamente personale e che quindi, deve essere gestito secondo le proprie forze e la propria disponibilità ad accoglierlo.

5. Cosa pensano i tuoi cari/amici/colleghi di questa scelta?

Alina5La mia famiglia ha accolto con gioia la decisione, come sempre direi. Il loro entusiasmo era pari al mio. Ho fatto iscrivere mia madre alla pagina di Facebook per seguire i diversi racconti, alla fine mi sono resa conto che lei ne sapeva più di me. Conoscenti e colleghi erano incuriositi per la scelta, e direi anche straniti sui tanti km che sarei andata a fare a piedi, ma nello stesso momento, notavo la curiosità nelle loro domande e perché no, anche un pò di sana ammirazione.

Margherita5: Mio marito è stato contento e mi ha supportato da subito, da tempo me ne sentiva parlare e sapeva che prima o poi ci sarei riuscita. Chi mi conosce sa quanto amo camminare e conoscere i posti che visito con un approccio diretto e poco “turistico”, quindi non si è meravigliato più di tanto quando ho condiviso con loro il mio progetto. Invece ancora sorrido pensando a chi ha sgranato gli occhi solo a sentire quello che avevo in mente! Devo comunque dire che più di uno mi ha detto: “Ma davvero? E’ da tanto  che vorrei farlo anche io il Cammino di Santiago! ”

6. E’ cambiato qualcosa oggi nella tua vita rispetto a prima?

Margherita6: Ogni viaggio ti cambia, ogni posto che visiti, ogni persona che incontri ti arricchisce un po’ di più,  aumentando le tue conoscenze e portando un piccolo, o grande, cambiamento nella tua vita. Ho sentito per tutti i km una forte energia, credo creata da questa grande condivisione. A ciò aggiungo le emozioni all’arrivo nella piazza della Cattedrale, il ritrovarsi con i pellegrini incontrati lungo la via, la celebrazione della Messa del Pellegrino nella meravigliosa Cattedrale. E per finire vorrei aggiungere quella che per me è stata l’esperienza più forte per sensazioni, emozioni ed insegnamento: la Messa per i pellegrini italiani celebrata nella Chiesa di Santa Maria del Cammino da padre Fabio della congregazione dei Guanelliani di Santiago, una persona capace davvero di toccare le corde più profonde dell’anima. Morale? partita per un viaggio alternativo, ma tornata consapevole che in realtà è stato profondamente spirituale.

Alina6: Credo proprio di si.  Sono state tante le emozioni vissute durante questo cammino. Ho provato emozionante camminare nei boschi in silenzio; grande emozione nel momento in cui ho attraversato il ponte che divide il Portogallo dalla Spagna, lasciando Valença ed entrando a Tui; mi sono vissuta il cammino nei vigneti, nei boschi, passando nei centri storici di paesini che sembravano disabitati, ma in realtà non lo erano.

Ho vissuto per pochi giorni gli sguardi sinceri dei pellegrini che incontravo durante il cammino, con il loro saluto “Bom dia e Buen camino” che si pronuncia non solo con le parole ma, soprattutto, con gli occhi e con il sorriso, sincero e non di circostanza. Ho provato delle sensazioni bellissime nei vicoletti poco distanti dalla cattedrale, sensazioni rafforzate nel momento in cui mi sono ritrovata di fronte a qualcosa di enorme e maestoso come la cattedrale di Santiago.

Il cammino mi ha trasmesso e dato tanto ma, quello che mi ha dato tantissimo è stato l’incontro, in una chiesetta a pochi metri dalla cattedrale, con padre Fabio, di un ordine (Guanelliano) che sinceramente prima di allora non conoscevo. Un personaggio particolare, con una vaga  somiglianza  a Carlo Verdone, romano di nascita, scherzoso, giovane, con un modo di intendere la chiesa diversa da quello che è, forse  un po’ come la vorremmo tutti noi.

Una chiesa che non giudica, non impone, ma spiega e accoglie. Un padre che ti accoglie ti invita a prendere l’eucarestia; che non guarda se sei divorziato o non ti sei confessato prima dell’eucarestia; che ti fa capire che andare a messa senza aver accolto il corpo di Cristo , è  come dire, sono andato a messa tanto per formalità, uno che ti benedice con l’imposizione delle mani, che dedica la celebrazione a tutti i genitori vivi o deceduti che siano.

Lui spiega il vero senso del cammino di Santiago e ti porta con le sue parole a tornare in cattedrale al cospetto di San Giacomo a chiedere la benedizione per le persone che hanno ferito te e la tua famiglia nella vita.  Ebbene io l’ho fatto! Ho preso l’eucarestia, cosa che non facevo da tantissimo tempo. Mi sono alzata e mi sono fatta benedire con l’imposizione delle mani.

E cosa ancora più forte, sono ritornata in Cattedrale al cospetto di San Giacomo per chiedere la Benedizione per tutte le persone che nell’arco della mia vita hanno ferito me e le persone che amo. Prima mi hai chiesto se questo cammino mi ha cambiato: la mia risposta è si, certo, questo cammino mi ha cambiato, mi ha fatto ritrovare parte della tranquillità persa e ha fatto ritrovare la Alina che aveva perso per qualche tempo la via.

E in tutto questo, anche l’oceano ha fatto la sua parte.

 

 

 

 

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


due × quattro =